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venerdì 13 marzo 2009

Recensione di THE READER di Stephen Daldry

Michael (David Kross) è un adolescente che si sente male per strada. Una donna (Kate Winslet) con il doppio dei suoi anni gli presta soccorso e lo accompagna a casa. Lui torna per ringraziarla, lei a sua volta lo ringrazia del pensiero offrendogli il proprio corpo. Da qui nasce una passione travolgente e atipica: sesso e letture. La donna, Hanna, vuole infatti che il ragazzo gli legga qualcosa prima di fare l'amore. Dopo tre mesi lei scompare, lasciando però nel ragazzo un vuoto indelebile. 
Anni dopo Michael (Ralph Fiennes) la ritroverà su un banco degli imputati e scoprirà che prima di conoscerlo era stata una SS. Nello specifico l’imputata era una guardiana nei lager, accusata di aver lasciato bruciare vivi 300 ebrei in una chiesa. Ad incastrarla è un verbale, da lei scritto e firmato. Eppure Michael sa che lei non sa né scrivere né leggere, anche se Hanna non glielo ha mai rivelato. Hanna infatti se ne vergogna tanto da preferire assumersi tutte le colpe, anche quelle delle colleghe che l’hanno incastrata. 
E' un amore eccessivo e anche crudele il loro, in cui lui potrebbe salvarla ma preferisce non farlo perché per lei è più grave passare per analfabeta che per carnefice.
E qui inizia la parte più struggente del film, quella sulla storia d’amore a distanza tra i due: un amore, quello di Michael, che sorvola quel terribile crimine di cui la sua amata si è macchiata. E preferisco non anticipare in cosa consistano i loro scambi quando lei è in prigione.
Così, sì passa dalla prima parte, basata sui loro rapporti erotici, alla seconda, in cui i due si amano a distanza, senza mai vedersi. Ma è anche un amore per i libri, per la letteratura.  
Kate Winslet incarna magnificamente questa donna dimessa, semplice, sola, burbera ed ignorante. Ignorante non solo nel senso di analfabeta, ma, è proprio il caso di dirlo, stupida.. Ed è questa sua semplicità rozza che fa sì che agisca con estrema ingenuità e spontaneità nell'accettare un lavoro che consiste nel mandare al macello essere umani, senza osare ribellarsi ai capi, perché non si può. Del resto la sua vergogna e il senso di colpa sono più legati al suo analfabetismo che al fatto di aver lasciato morire centinaia di persone.
Paradossalmente lo spettatore è portato a compatire Hanna più nel personaggio della SS che in quello dell’amante scontrosa della prima parte e da qui l’accusa di apologia del nazismo. Questo sarebbe vero se si eleva Hanna a simbolo di tutte le SS, liquidando come stupidi tutti i Nazisti. Ma non mi sembra questo il messaggio e se il personaggio di Hanna non è così sgradevole ciò è dovuto alla sua ordinarietà. E’ un personaggio del popolo, di quel popolo che si ritrovò Hitler come presidente. Ma poteva essere qualsiasi popolo. Quindi nazista, ma anche tedesca ed europea, ma soprattutto umana. Quello che vuole sottolineare il film è l’assurdità e la stupidità che c’è dietro ogni sterminio. L’assurdità di certe giustificazioni e la stupidità di coloro che eseguono ordini assurdi.
Il tema dell’ignoranza è del resto quello dominante nel film, non solo nell’ignoranza che conduce alla guerra o quella che impedisce di sapere cosa succedesse all’interno dei campi, ma anche l’assenza d’istruzione.
E per questo il film è anche un bellissimo invito alla lettura. Non per nulla il film si chiama The Reader, e il titolo originale, grazie alla grammatica inglese, non ha genere e può valere sia per Michael che per Hanna, per tutti coloro che leggono la Storia senza capirla o che non la leggono per non affrontarla.
Kate Winslet sfoggia molte più sfumature nel suo intenso ruolo di April in Revolutionary Road, ma forse l’Academy ha preferito premiare il film e The Reader col suo mix di retorica e commozione è piaciuto molto di più, guadagnandosi anche le candidature come miglior film e miglior sceneggiatura, fra le altre. In ogni caso finalmente è stato premiato il talento di questa attrice che ha dimostrato una coerenza fuori dal comune nelle sue scelte.
Se la Winslet è una conferma, la sorpresa del film è il giovane attore tedesco David Kross, che dona anima e corpo al suo personaggio complicato di Michael ed è il vero protagonista del film. Ralph Fiennes, rappresenta senza lode né infamia lo smarrimento del Michael da adulto.
Il film è sovraccarico di date e salti temporali, che Daldry non è in grado di padroneggiare come in The Hours. Inferiore anche a Billy Elliott, rimane comunque un film emoziante di cui Minghella e Pollock, produttori, sarebbero andati fieri.

VOTO : 8

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