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martedì 5 luglio 2011

Deconstructing Faber (Faber a pezzi)

Rolling Stone è ancora la Bibbia della musica? Lo è mai stata? È mai esistita in Italia una testata davvero autorevole in campo musicale?

L’ultimo numero della rivista, firmata da Carlo Antonelli, dedica l’articolo di copertina alla distruzione del mito di De André. Una vera e propria bomba, rimbalzata su tutti i quotidiani e considerato il fatto che questo è l’ultimo articolo di Antonelli prima del passaggio alla direzione di Wired sorge un dubbio: che sia un articolo concepito ad hoc per attirare un po’ d’attenzione?

Un po’ di sano revisionismo in alcuni casi è tollerabile e auspicabile, nonché sicuramente proficuo (per riflessioni ma anche per le tasche delle redazioni) ma arrivare a raccogliere delle dichiarazioni della stessa vedova del Faber, Dori Ghezzi, che afferma “era più cazzaro che santo”, mi pare un po’ di cattivo gusto, così come tutto il resto dell'operazione che sembra una sorta di processo postumo attraverso una serie di testimonianze che smontano l’aurea di poeta/autore/mito di De André.

4 commenti:

  1. massì, ma smitizzare in fondo fa sempre bene
    molti dei più grandi artisti alla fine erano solo dei gran cazzari :D
    e se lo dice la moglie...

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  2. @ Cannibal Kid: Sì ma non si può nello stesso numero distruggere De André e innalzare Lady Gaga incoronandola Regina del Pop, anche se tu immagino che condivida!;-)

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  3. Se questo giornale si diffonde a Genova potrebbero esserci delle rivolte !
    Comunque proverò a comprarlo, sono incuriosito.

    Di sicuro, vivendo qua, mi rendo conto che Faber in certi casi viene santificato, mitizzato ed usato per fare soldi. Cosa che lui non avrebbe certo apprezzato.

    Passeggiando per i vicoli è quasi fastidioso sentire che quasi tutti i negozi di musica mettono su il suo repertorio per richiamare clienti "foresti"...

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  4. L'articolo l'ho letto e non ho capito tutta questa necessità di smitizzare una leggenda!

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